
L’idea è nata circa tre anni fa casualmente mentre gli scienziati del progetto stavano testando e studiando delle nuove leghe di metalli liquidi per stampare circuiti.
Queste nuove leghe metalliche non richiedono alte temperature, sono flessibili e possono essere stampati sui fiori.
Gli ingegneri utilizzano particelle di metalli liquidi quali il bismuto, indio e stagno, di dimensioni pari a circa 10 milionesimi di metro.
La tecnologia, che finora ha permesso di stampare circuiti su petali di rosa, fogli di carta e perfino sulla gelatina, è descritta sulla rivista Advanced Functional Materials dal gruppo dell’Università americana dell’Iowa coordinato da Martin Thuo.
Si apre così la strada a nuove tipologie di sensori applicabili a diversi tipi di materiali, per controllare ad esempio la solidità di un edificio o il ritmo di crescita delle colture.
Gli ingegneri hanno utilizzato particelle di metalli liquidi come bismuto, indio e stagno, di dimensioni pari a circa 10 milionesimi di metro, per realizzare circuiti elettronici flessibili che possono essere stampati su materiali molto fragili.